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L’Acconto IMU 2025


Introduzione: L’IMU 2025 e la Scadenza dell’Acconto

L’Imposta Municipale Propria (IMU) rappresenta un pilastro fondamentale del sistema tributario locale italiano, essenziale per il finanziamento dei servizi comunali. Introdotta a partire dal 2012 in sostituzione dell’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI), l’IMU ha successivamente assorbito anche la Tassa sui Servizi Indivisibili (TASI) con la Legge di Bilancio 2020, consolidando e semplificando il panorama delle imposte sulla casa. Si tratta di un tributo di natura patrimoniale, dovuto per il possesso di fabbricati (con specifiche eccezioni per l’abitazione principale non di lusso), aree fabbricabili e terreni agricoli.

L’Acconto IMU 2025

Per il 2025, un appuntamento fiscale di primaria importanza per i proprietari di immobili è il versamento della prima rata, a titolo di acconto. È cruciale sottolineare che, nonostante alcune possibili confusioni, la scadenza per il versamento dell’acconto IMU 2025 è fissata al 16 giugno 2025. Una corretta comprensione e il rispetto di questa data sono imprescindibili per garantire la piena conformità fiscale ed evitare l’applicazione di sanzioni e interessi di mora, che possono derivare anche da un ritardo minimo. 



1. Cos’è l’IMU: Presupposti e Soggetti Passivi

L’Imposta Municipale Propria (IMU) è un tributo locale che grava sul possesso di beni immobiliari, il cui gettito è prevalentemente destinato ai Comuni, sebbene una quota specifica sia riservata allo Stato per gli immobili classificati nel gruppo catastale D. Questa imposta si applica a diverse tipologie di immobili. Sono soggetti a IMU


  1.  i fabbricati, con l’importantissima eccezione dell’abitazione principale (salvo quella di lusso) e delle sue pertinenze (nel limite di una per tipo)

  2. le aree fabbricabili e

  3. i terreni agricoli, anche qui con delle esenzioni in merito ai terreni agricoli in collina/montagna e su piccole isole


L’obbligo di versamento dell’IMU ricade su specifici soggetti, definiti “soggetti passivi”. Sono tenuti al pagamento:

  • I proprietari di immobili.

  • I titolari di diritti reali di godimento, quali usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie.

  • I concessionari di aree demaniali.

  • I locatari per gli immobili concessi in locazione finanziaria (leasing), inclusi quelli ancora da costruire o in corso di costruzione.

  • Il genitore al quale sia stata assegnata la casa familiare in seguito a un provvedimento giudiziale.

  • Nel caso di multiproprietà azionaria, la società proprietaria.

  • L’amministratore del condominio, per conto di tutti i condomini, per gli immobili accatastati autonomamente, come ad esempio l’alloggio del portiere.


L’evoluzione normativa che ha portato all’istituzione dell’IMU nel 2012 e alla successiva incorporazione della TASI nel 2020 non rappresenta una mera successione di acronimi fiscali, ma riflette una strategia più ampia del legislatore italiano. L’obiettivo primario è stato quello di semplificare e razionalizzare il sistema fiscale locale sugli immobili, riducendo il numero di tributi e, di conseguenza, la complessità amministrativa per i contribuenti e per gli enti locali. Questo processo di consolidamento mira a creare un quadro tributario più chiaro e gestibile, facilitando gli adempimenti e migliorando l’efficienza della riscossione.



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